20th November 2020
Caterina Tomeo Intervista Luigi Turra su Digicult
"MA è un progetto germogliato non tanto dalla musica, ma da lunghe riflessioni e dialoghi sul suono, avvenuti tra me e Fabio Perletta durante gli ultimi anni. Più precisamente è nato dall’esperienza dello spazio attraverso il suono, e da come il suono possa interagire in particolare con lo spazio architettonico. [...] Il suono degli spazi altro non è che una negazione del silenzio puro. C’e molto suono nell’esperienza architettonica e progettuale di Tadao Ando, una concezione di spazio-pieno che ha in sé l’idea di suono più prossimo al silenzio che io abbia mai incontrato. Ecco perché lo spazio sonoro in questo disco viene inteso come elemento architettonico e al contempo come contenitore di memoria, o più precisamente come luogo transitorio per una immersione intima, meditativa, che prende in considerazione anche la condizione del rapporto ombra-luce (caratteristico nei progetti del Maestro Giapponese) come parametro sensoriale importante, quanto quello del rapporto tra superfice fisica e spazio aperto. Con MA di fatto abbiamo cercato di trattare l’architettura come se fosse uno strumento per comporre. Uno spazio compositivo che ha in sé quella qualità aptica di cui parlavamo prima. È architettura tattile, infatti, quella di Tadao Ando, fatta di cemento a vista e di ardesia. È tattile e materica nel momento in cui la superfice di pietra grezza si relaziona in modo del tutto naturale con la quiete degli spazi vuoti. Potrei dire che MA (e credo che Fabio possa essere d’accordo) rappresenti una scelta estetica di assenza [...]"